Nella notte tutti i paesani si riunivano intorno al fuoco dove cuoceva la paniccia e amici e conoscenti provenienti dai paesi limitrofi si univano alla compagnia per mangiarne un bel piatto. Come secondo piatto mangiavano il castrato accompagnato da una fetta di pane appena sfornato. Tutto questo avveniva intorno alle 3-4 di notte circa e per le 6 del mattino tutto era concluso. La mattina del 17, intorno alle ore 11, il parroco celebrava nella chiesetta di Santa Lucia la messa in onore di S. Antonio. Appena finiva la funzione tutti gli animali venivano riuniti davanti alla chiesa per poter ricevere la benedizione del parroco, che invocava naturalmente la protezione per tutte le bestiole, da parte di S. Antonio.
Tutti i bambini “armati” di bisacce di lino bianco bussavano ad ogni porta chiedendo di poter ricevere in dono una “panetta”.
Testo di Valentina Paolini